venerdì 2 dicembre 2011

Più libri, più liberi di... lavorare gratis!

La prossima settimana, il 7 dicembre, avrà inizio la fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi.
Un evento di successo, giunto alla decima edizione, nato per dare visibilità alle case editrici che sono quasi invisibili in libreria, soprattutto nelle librerie di catena.

Un'iniziativa lodevole e sicuramente vantaggiosa economicamente per le realtà che vi partecipano: l'anno scorso i visitatori sono stati più di 56.000 e 85.000 i libri venduti. Anche i visitatori ne traggono un beneficio: i libri infatti sono scontati e così i regali di Natale sono originali e meno onerosi.
Per qualcuno però i 5 giorni della fiera, che si tiene sempre durante il ponte dell'Immacolata, sono una croce. 
Nell'editoria (e ancor più in quella micro, piccola e media) è una prassi assai comune che gli standisti siano i redattori, gli uffici stampa, ma anche caporedattori, editor o amministrativi che devono immolare i loro fine settimana e, in questo caso, un intero ponte all'altare del lavoro.
Molti editori danno infatti per scontato che i loro collaboratori (e non usiamo la parola dipendenti a proposito) passino dieci ore di un giorno festivo in uno stand, a vendere libri, senza alcun compenso aggiuntivo. Gratis insomma. E guai a chi si sottrae!

Alcuni editori (magnanimi) concedono poi un giorno o due di ferie, molti nemmeno questo! A Rerepre sono arrivate anche segnalazioni di diversi lavoratori che durante le fiere non vengono nemmeno rimborsati per le spese sostenute per la trasferta. Nel contesto delle piccole case editrici è difficile dire di no a simili richieste, il capo è spesso anche un amico, i collaboratori sono pochi, i soldi scarseggiano, ci si sente sempre in bilico e quindi il lavoro facilmente scivola verso  una forma di volontariato. Ci si sacrifica per la causa, per diffondere il frutto del proprio lavoro e per mantenere il posto.
Nel pazzo mondo dell'editoria, opera inoltre uno strano meccanismo psicologico (soprattutto tra i più giovani) che fa considerare la fiera una sorta di premio: è l'occasione per incontrare i colleghi delle altre case editrici, di andare a feste, di farsi conoscere, di tenersi aggiornati e vedere quello che fanno gli altri. E in tutto questo ci si dimentica che fare gli standisti è pur sempre un lavoro, che i giorni festivi dovrebbero essere dedicati al riposo o perlomeno retribuiti meglio dei giorni feriali. 
Difficilmente in una fiera di rubinetterie o di macchine agricole si trovano standisti non pagati...